Tra
solidarietà e profitto
La
rete del dio denaro?
Di Roby Noris
SOLIDARIETÀ E PROFITTO, la sfida del capitalismo cristiano, è
un libro del teologo americano padre Richard John Neuhaus, uscito in italiano
nel '94 per le edizioni Leonardo. Scritto nel '92 l'anno dopo la pubblicazione
dell'enciclica Centesimus Annus che viene approfondita per farne uno strumento
di comprensione e di riferimento per una economia cristiana senza ambiguità
moralistiche. Dalla presentazione: "Far denaro e molto". Per troppo
tempo, infatti, i cattolici si sono sentiti esclusi dalla gestione attiva dell'economia,
spaventati dall'idea di rimanere irretiti dal dio denaro. Ma è arrivato
il momento di smetterla con queste paure. A partire dagli scritti di Giovanni
Paolo II, Neuhaus ritraccia una nuova spiritualità dell'impresa economica
valida tanto per l'uomo d'affari quanto per l'intellettuale". Nella sua
riflessione sulla Centesimus Annus vi è un'idea che mi è parsa
particolarmente attuale per quel fermento che anche Caritas Ticino sta vivendo
sul fronte del ripensamento economico in ambito cattolico: la solidarietà
non va intesa solo come distribuzione ai poveri di una parte della ricchezza
di cui alcuni dispongono, ma va intesa come imperativo a produrre ricchezza
da reinvestire per la promozione umana. Fare profitti con modalità che,
ispirandosi a un pensiero morale, creino dinamiche di solidarietà e di
educazione alla solidarietà. Nelle prossime pagine incontriamo l'Economia
di Comunione nata, con una coincidenza che mi ha colpito, nel maggio 1991 quando
si pubblicava la Centesimus Annus: chissà che Chiara Lubich non l'abbia
letta in aereo andando a San Paolo dove ha lanciato questa idea nuova di imprese
produttive e solidali. Caritas Ticino è un'impresa non profit e resterà
sempre tale, ma lo sviluppo negli ultimi dieci anni, soprattutto nella lotta
alla disoccupazione, ci ha costretto a modificare totalmente i parametri economici,
manegeriali e di marketing del passato, verso un tipo di impresa che deve fare
profitti anche se poi questi non sono accantonati ma reinvestiti. Nella tabella
riassuntiva dell'andamento economico del '96 accanto a quanto si prevede per
l'anno in corso, ci sono alcune chiare indicazioni del fatto che questa impresa
sociale non potrebbe assolutamente gestire dieci milioni all'anno, uscendo a
zero, senza avere dei criteri tipici del settore profit. Ad esempio seicentomila
franchi di cifra d'affari dei negozi o un milione e mezzo di entrate dalle attività
del programma occupazionale nonostante non possa fare concorrenza al mercato
Ticinese.